Al centro di un podere di 10 ettari, sulla sommità di un colle punteggiato di ulivi secolari, svetta dal 1902 un casale particolare, metà abitazione padronale e metà frantoio.
Siamo nella Sabina romana. Qui, durante lo splendore della Roma antica, i nobili patrizi costruivano le loro ville di campagna con il frantoio e i magazzini adiacenti.
Questa pratica era ben nota alla famiglia Bennicelli che alla fine dell’Ottocento acquistò il podere e il casale, arricchendone l’architettura con una rampa su archi in pietra a vista, affinché fosse facile trasportare l’oliva ai magazzini posti ai piani superiori e, da lì, calarla dall’alto alla macina che la lavorava.
La proprietà rimane immutata fino al 2009, quando i discendenti della famiglia decidono di affidarne il restauro e il progetto di riuso ad uno studio di architetti romani specializzato in bioarchitettura e recupero di luoghi di lavoro in disuso.
In questo ambiente, due abitazioni, la casetta e la casona, con una vista a 360 gradi spettacolare, che va dai Monti Lucretili al Soratte, offrono agli ospiti la possibilità di un’esperienza unica, quasi mistica.